venerdì 13 marzo 2020

Rimini si deve fermare, il podismo può attendere

In pochi giorni siamo passati dallo slogan #rimininonsiferma a #restiamoacasa. Dopo l'elezione a zona rossa, la Romagna ha visto unificare sotto questa nomenclatura tutta Italia fino alla dichiarazione dell'Oms di pandemia.

Vietato quindi uscire di casa se non per motivi di lavoro o salute o per fare rifornimento di generi alimentari. Confermato il bisogno di applicare misure di igiene: lavarsi spesso e bene le mani, non toccarsi occhi, bocca e naso, starnutire o tossire in fazzoletti e soprattutto rispettare almeno un metro di distanza.

Posticipate ormai numerose maratone e corse, da quella di Bologna alla 6 Ore della Mortadella, da Attraverso Cesenatico alla Rimini Marathon fino alla 4a Guarda Rimini - 23esima Golden Fest (e sospesa anche la parkrun), con la 42k di Tokyo aperta solo agli Elite e i Giochi olimpici nipponici in bilico, è stata grande l'incertezza per gli appassionati di podismo se poter uscire o no a correre: vietati a priori i gruppi, ma non c'è chiarezza sull'effettiva legittimità del poter uscire in solitaria. La recente chiusura dei parchi cittadini sembra scansare ogni dubbio.

Opportuno quindi rimanere fra le mura domestiche o appartarsi in garage e affidarsi a tapis roulant, step, ellittiche e cyclette, oppure metter su un programma di esercizi funzionali. 

Qualsiasi forma di sacrificio e rinuncia è quanto mai di vitale importanza in questi giorni in cui, dopo un weekend di semitrasgressione alle regole - con assembramenti domenicali nei bar e nelle zone della movida serale da Milano a Napoli e fughe al centro sud alle case al mare o in famiglia - il personale medico sanitario degli ospedali di tutta Italia, Rimini inclusa, sta sostenendo turni massacranti anche di dodici ore al giorno, con sempre più contagiati (67 in più solo ieri, 12 marzo) e purtroppo anche deceduti.

Per il proprio bene quindi, ma anche per quello dei nostri familiari, affetti, amici e connazionali, sia presente che futuro, stare in casa in questi giorni vuol dire evitare di ammalarci e far ammalare il nostro prossimo ma anche di congestionare gli ospedali della propria zona ed evitare una saturazione che purtroppo non è lontana ad esempio nel bergamasco.

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